FABIO CIMINELLI
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Paesi fantasma nella Marsica

4 Ottobre 2024

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  • Cà Marino
  • Il nome Cà Marino ha origine dalla lingua italiana antica e dialettale. Il termine “Cà”è una forma contratta di “casa”, utilizzata soprattutto nei dialetti settentrionali e, occasionalmente, in alcune zone centrali e meridionali d’Italia.
    La storia di Cà Marino, un borgo abbandonato nella Marsica, è strettamente legata alla devastazione causata dal terremoto della Marsica del 1915. Questo evento sismico, uno dei più catastrofici della storia italiana, distrusse interi paesi e lasciò segni profondi sul territorio e sulla popolazione. Situato in una zona montuosa e remota dell’Abruzzo, era un piccolo borgo agricolo abitato da famiglie che vivevano principalmente di pastorizia e agricoltura. Prima del terremoto, il villaggio si caratterizzava per la sua vita semplice e comunitaria, come molti borghi della Marsica.
    il 13 gennaio 1915, quando un terremoto di magnitudo 7.0 colpì l’area della Marsica, il sisma rase al suolo interi villaggi, e Cà Marino non fece eccezione. Dopo il terremoto, i sopravvissuti furono costretti ad abbandonare il paese. La mancanza di risorse e l’estrema difficoltà di ricostruzione spinsero gli abitanti a cercare rifugio altrove, lasciando il borgo al suo destino.

  • Sierri
  • Sierri è un altro affascinante borgo abbandonato della Marsica, che come molti paesi della zona porta ancora le ferite lasciate dal devastante terremoto del 13 gennaio 1915. Situato tra i monti abruzzesi, questo piccolo villaggio agricolo era caratterizzato da una vita semplice, incentrata su pastorizia e agricoltura, come molte altre comunità rurali della regione. Come accadde per molti altri borghi della zona, i sopravvissuti furono costretti a fuggire, cercando rifugio altrove. Le difficoltà economiche e l’isolamento geografico impedirono la ricostruzione del paese, che venne infine abbandonato.

Sierri
Sierri
Vista su Lecce dei Marsi
Ca’ Marino
Vista sul Monte Serrone
Ca’ Marino
Sierri
Sierri
Sierri
Sierri
Sierri
Sierri
Sierri
Sierri
Sierri
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Lisa
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Ninfa
Il Giardino di Ninfa è un meraviglioso esempio di giardino all'inglese, situato nel comune di Cisterna di Latina, in Italia. Si estende su una superficie di circa 8 ettari e ospita una varietà di piante provenienti da tutto il mondo, creando un'atmosfera magica e suggestiva. Storia: Il giardino sorge sulle rovine dell'antica città medievale di Ninfa, distrutta nel XIV secolo. Nel 1921, Gelasio Caetani iniziò a trasformare l'area in un giardino, seguendo i principi del giardino all'inglese, che privilegia la spontaneità e l'armonia con la natura. Caratteristiche: Il Giardino di Ninfa è caratterizzato da un paesaggio vario e affascinante, con corsi d'acqua, laghetti, ponti, rovine medievali e una vegetazione lussureggiante. Le piante sono state scelte con cura per creare un equilibrio tra colori, forme e profumi, offrendo uno spettacolo unico in ogni stagione. Flora: Il giardino ospita oltre 1.300 specie di piante, tra cui alberi ad alto fusto come faggi, noci, ciliegi e meli ornamentali, che in primavera regalano fioriture spettacolari. Tra le specie arbustive, si possono ammirare magnolie decidue, azalee, camelie e una ricca collezione di aceri giapponesi. Il giardino è famoso anche per la sua varietà di iris palustri, che in primavera creano un'esplosione di colori. Fauna: Il Giardino di Ninfa è un'oasi di biodiversità, dove vivono numerose specie di uccelli, tra cui aironi, germani reali, gallinelle d'acqua e diverse specie di passeriformi. Nei laghetti si possono osservare anatre, oche e cigni, mentre nei corsi d'acqua vivono pesci e anfibi. Rovine: Le rovine dell'antica città di Ninfa, integrate nel giardino, aggiungono un tocco di mistero e fascino al paesaggio. Si possono ammirare i resti di chiese, palazzi, torri e mura, testimonianze di un passato ricco di storia e cultura.
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Celleno
Celleno, noto anche come il "borgo fantasma", è un affascinante insediamento medievale abbandonato situato nella provincia di Viterbo, nella regione del Lazio. La sua storia travagliata, segnata da eventi sismici, frane e un progressivo abbandono, lo ha trasformato in un luogo suggestivo e ricco di fascino. Storia: Le prime testimonianze di Celleno risalgono all'epoca etrusca, ma il borgo conobbe il suo periodo di massimo splendore nel Medioevo, quando divenne un importante centro strategico e commerciale. Nel corso dei secoli, Celleno passò sotto il dominio di diverse famiglie nobili, tra cui gli Orsini, che ne fecero un'imponente fortezza. Tuttavia, a partire dal XVIII secolo, il borgo iniziò a subire un lento declino, a causa di calamità naturali e difficoltà economiche. L'abbandono definitivo avvenne intorno alla metà del XX secolo, quando gli ultimi abitanti si trasferirono nel nuovo centro abitato, situato a valle.